domenica, Gennaio 12, 2025
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Antibiotico resistenza e tubercolosi latenti, come correre ai ripari?

Ogni anno in Europa oltre 650 mila infezioni sono causate da batteri resistenti agli antibiotici, 35 mila i decessi, un terzo dei quali in Italia. L'emergenza messa in luce nella campagna dedicata alla diagnosi e alla prevenzione per la salute dei cittadini di AMCLI, Cittadinanzattiva, Diasorin e Federchimica Assobiotec in collaborazione con CNEL richiede un intervento corale di politica, comunità scientifica e industria farmaceutica

Ogni anno in Europa si registrano oltre 650 mila infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. 35 mila sono i decessi, un terzo dei quali in Italia. Secondo l’OCSE, l’impatto economico globale di queste emergenze potrebbe raggiungere entro il 2050 i 30 miliardi di dollari, a cui si aggiungerebbe una perdita di produttività stimata in 37 miliardi di dollari. All’antibiotico resistenza si aggiunge il problema delle tubercolosi latenti.

Tubercolosi che sfuggono al controllo

Non tutte le persone che nel corso della loro vita contraggono il Mycobacterium tuberculosis sviluppano la malattia. Si tratta infatti di una condizione che interessa un quarto della popolazione mondiale. Questo perché il sistema immunitario si attiva per fronteggiare l’infezione e dunque il batterio può rimanere quiescente per anni. In quel caso i pazienti con tubercolosi latente non hanno sintomi e non sono contagiose. Solo una percentuale tra il 5 e il 15% di individui senza comorbidità  col tempo si ammala. Il rischio di riattivazione riguarda per lo più soggetti immunodepressi, chi abusa di alcol o di droghe, malati oncologici che fanno chemioterapia, o chi ha una malattia autoimmune.

Lo studio su antibiotico resistenza e tubercolosi latenti

Dati e previsioni sono stati oggetto di analisi e di studio nell’ambito  della campagna dedicata alla diagnosi e alla prevenzione per la salute dei cittadini. Un progetto iniziato lo scorso anno e che ha visto la partecipazione dell’associazione Microbiologi Clinici italiani (AMCLI ETS), Cittadinanzattiva, Diasorin e Federchimica Assobiotec in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro (CNEL).

Ricerca e innovazione per affrontare il problema dell’antibiotico resistenza

Un piano di contrasto efficace deve andare in più direzioni:

  • ricerca e innovazione per sviluppare antibiotici e test diagnostici sempre più avanzati.
  • autosufficienza nazionale nella produzione e approvvigionamento di farmaci e strumenti diagnostici.
  • garantire un uso appropriato delle risorse diagnostiche disponibili, sia attraverso linee guida più stringenti sia mediante una maggiore sensibilizzazione dei cittadini e dei medici sull’uso consapevole degli antibiotici.

Test diagnostici c’è chi esagera e chi non li utilizza

Dati recenti hanno evidenziato come il sovra-utilizzo e il sotto-utilizzo dei test diagnostici siano due facce della stessa medaglia, con conseguenze significative per la qualità dell’assistenza. Il sotto-utilizzo ad esempio, quando è correlato a problemi come l’antimicrobico resistenza o la tubercolosi latente, compromette la capacità di prevenire e gestire tempestivamente condizioni potenzialmente gravi e/o aumenta la resistenza stessa agli antimicrobici.

Il CNEL promuove stili di vita ed educazione alla salute

Cercare delle soluzioni per fronteggiare le emergenze è la sfida da vincere per la Sanità italiana. «Il sistema sociosanitario affronta oggi sfide crescenti, come l’aumento delle malattie infettive e il progressivo invecchiamento della popolazione, che generano un significativo impatto clinico, economico e sociale. Il CNEL, in particolare attraverso il gruppo di lavoro ‘Promozione degli stili di vita ed educazione alla salute’, sottolinea da tempo l’importanza di un approccio integrato, che coniughi prevenzione e sensibilizzazione – ha dichiarato Renato Brunetta, Presidente CNEL -. Solo investendo in queste direttrici possiamo trovare soluzioni sostenibili per il benessere collettivo, per abbattere i costi diretti e indiretti della malattia e garantire al contempo la tenuta dei bilanci pubblici e un livello adeguato di cure. È essenziale però un cambio di prospettiva, una vera e propria rivoluzione culturale che ponga al centro la prevenzione. Per questo serve un impegno collettivo e un forte coinvolgimento della società civile e dei corpi intermedi».

L’impegno di AMCLI contro l’antibiotico resistenza

Un ruolo importante in questa sfida spetta a biologi e ricercatori. «Come microbiologi sappiamo bene quanto la prevenzione delle malattie infettive passi attraverso una diagnostica efficace – ha detto Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI ETS -. Quindi solo la sinergia tra i diversi stakeholder può portare a risultati che pongono il nostro Paese a livelli di eccellenza tra i Sistemi Sanitari. Il messaggio è chiaro: solo un’alleanza strategica tra politica, comunità scientifica e industria diagnostica potrà garantire soluzioni concrete e sostenibili per affrontare le emergenze infettive e tutelare la salute dei cittadini».

 

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