La carenza di infermieri è un problema crescente in molti paesi europei, con impatti significativi sulla qualità delle cure sanitarie e sulla sostenibilità dei sistemi sanitari.
Le cause della carenza infermieri in Europa
Le cause principali di questa carenza includono il pensionamento della forza lavoro più anziana, le condizioni di lavoro stressanti e un aumento progressivo dell’invecchiamento della popolazione e dei crescenti bisogni sanitari. In Europa la carenza di infermieri è una questione che varia da Paese a Paese. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità molti paesi dell’UE (Unione Europea) sono in deficit di infermieri con aumento dei bisogni che non corrisponde all’offerta di personale. L’OMS stima che ci sia un bisogno di almeno 6 milioni di infermieri a livello globale entro il 2030 per soddisfare le necessità sanitarie e l’Europa non è immune da queste.
Formazione e Reclutamento: il modello del Regno Unito
Il Regno Unito ha visto una riduzione significativa del numero di infermieri negli ultimi anni soprattutto dopo la Brexit. Questo ha limitato l’ingresso nel Paese di professionisti provenienti da altri Stati dell’UE. Il Regno Unito, ha messo in atto misure per incentivare l’ingresso di nuovi professionisti nel settore. Il sistema di formazione delle università è stato ampliato, con l’introduzione di borse di studio e finanziamenti per i corsi di laurea in infermieristica. Inoltre, il National Health Service (NHS) ha incentivato il reclutamento internazionale, soprattutto in paesi come le Filippine, dove gli infermieri sono altamente qualificati. Anche il ricorso a infermieri temporanei è stato utilizzato come soluzione a breve termine, anche se ciò ha sollevato preoccupazioni riguardo alla stabilità e alla qualità dell’assistenza sanitaria.
L’approccio della Germania: assunzioni rapide e incentivi
In Germania, uno dei paesi con il maggior numero di infermieri in Europa, ma comunque carenti, sono state introdotte politiche di assunzione accelerata per i professionisti provenienti da paesi extraeuropei. Sono previsti anche incentivi salariali e bonus per i nuovi infermieri, oltre a misure che semplificano il riconoscimento delle qualifiche estere. Inoltre, la Germania sta investendo nel miglioramento delle condizioni di lavoro, inclusa la riduzione dei carichi di lavoro attraverso l’automazione e l’integrazione di nuove tecnologie nella gestione quotidiana dei pazienti. Ciò permette agli infermieri di concentrarsi maggiormente sulla cura diretta dei pazienti, riducendo lo stress e aumentando la soddisfazione professionale.
Il modello della Svezia: formazione e riforma del lavoro
La Svezia ha sviluppato un approccio interessante, focalizzandosi sia sulla formazione che sulle condizioni di lavoro. Sono stati creati programmi specializzati per attrarre i giovani nel settore infermieristico, tra cui stage e opportunità di apprendimento pratico fin dalle scuole superiori. Inoltre, il sistema sanitario svedese ha avviato politiche di riorganizzazione del lavoro, promuovendo un maggiore equilibrio tra vita professionale e privata, al fine di rendere la professione infermieristica più allettante. Un altro aspetto importante è l’introduzione di una maggiore autonomia professionale per gli infermieri, consentendo loro di svolgere una gamma più ampia di funzioni, incluse alcune risoluzioni cliniche che un tempo spettavano solo ai medici. Questo non solo aumenta la soddisfazione professionale, ma contribuisce anche a migliorare l’efficienza del sistema sanitario.
Il caso della Francia: valorizzazione del lavoro e flessibilità
In Francia, la carenza di infermieri è stata affrontata con misure mirate a migliorare le condizioni di lavoro. È stato introdotto un aumento salariale per gli infermieri e una maggiore flessibilità negli orari di lavoro. Inoltre, la Francia ha investito in programmi di formazione intensiva per attirare nuovi professionisti e nel miglioramento della tecnologia per facilitare il lavoro quotidiano.
Un altro punto fondamentale è l‘accento sulla prevenzione e la cura a domicilio, che ha ridotto la pressione sugli ospedali e ha dato più spazio agli infermieri di famiglia, che ora sono più coinvolti nella gestione della salute dei pazienti al lungo termine.
Il ruolo dei Paesi Bassi: attrazione di infermieri dall’estero
I Paesi Bassi hanno sviluppato una solida politica di reclutamento internazionale, con accordi con numerosi paesi europei e non, per attrarre infermieri. La formazione continua e la gestione della carriera sono fondamentali nel paese, con opportunità di specializzarsi in diverse aree e ruoli. Anche in questo caso, le condizioni di lavoro sono migliorate, cercando di rendere la professione meno stressante attraverso una più equa distribuzione del carico di lavoro e il miglioramento delle strutture.
L’Italia come affronta la carenza di infermieri?
A casa nostra, si stanno tentando strategie per far fronte alla carenza di infermieri.
L’aumento dell’età media della popolazione e della crescente domanda di servizi sanitari aggrava ulteriormente il problema. Qual è è stata la risposta del governo italiano alla grave carenza? Sono stati aumentati i fondi destinati al settore sanitario che, se rapportati all’aumento dell’inflazione e del costo della vita, risultano ancora insufficienti. Si è aumentato il reclutamento di infermieri provenienti da paesi in via di sviluppo. Argentina, India, dove il costo del personale è molto più basso e la formazione e nettamente diversa da quella delle nostre università. Nuove figure come quella dell’assistente infermiere che andrebbero a tamponare la carenza di risorse infermieristiche. Un divario ancora importante nei due contratti coesistenti, pubblico/privato che continua a dividere la categoria creando continue fluttuazioni di personale.
Le criticità di oggi
Gli stipendi ancora troppo bassi, i carichi di lavoro eccessivi, la conseguente carenza di iscrizioni al corso di laurea e l’abbandono della professione fa si che l’impatto su tutto il sistema sanitario sia devastante. Possiamo prevedere soluzioni raggiungibili? Se l’infermiere lavorasse in sicurezza, rispettando gli orari di lavoro che consentono di rendere compatibile una vita familiare; se avesse la possibilità di garantire alla propria famiglia e al futuro dei propri figli una casa (avendo la possibilità di pagare un mutuo), una vita dignitosa, perché un infermiere dovrebbe abbandonare la professione? E soprattutto perché i giovani non dovrebbero sceglierla?
Le soluzioni
La carenza di infermieri è un problema complesso che richiede soluzioni su più fronti. Ogni paese europeo sta affrontando la questione in modo diverso, ma la maggior parte delle soluzioni coinvolge l’aumento degli investimenti nella formazione, il miglioramento delle condizioni di lavoro e la promozione di politiche per attrarre professionisti da altri paesi. Sebbene i risultati siano ancora parziali, questi approcci stanno aprendo la strada a un futuro in cui gli infermieri possano svolgere il loro ruolo fondamentale nel sistema sanitario con maggiore soddisfazione e efficacia.