In pericolo l’ambiente. L’analisi ha rivelato un dato sorprendente: per ogni chilogrammo di antibiotico prodotto vengono emessi fino a 1300 kg di CO₂ equivalente, un impatto ambientale tra i più alti rilevati per un prodotto industriale. Esattamente il peso di un rinoceronte bianco adulto. Un rinoceronte di CO₂.
Lo studio di Ollum
Uno studio di Life Cycle Assessment (LCA) condotto da Ollum, società di consulenza ambientale specializzata nella valutazione degli impatti lungo l’intero ciclo di vita di prodotti e processi, ha analizzato l’impronta ambientale di un antibiotico. L’analisi ha preso in esame tutte le fasi produttive fino al cancello dello stabilimento (“cradle-to-gate”), includendo quindi l’estrazione delle materie prime, la sintesi, la formulazione e il confezionamento, ma escludendo le fasi di distribuzione, uso e smaltimento del farmaco. Il risultato è sorprendente: produrre 1 kg di antibiotico può generare fino a 1300 kg di CO₂ equivalente, un valore oltre 17 volte superiore alle emissioni associate alla produzione e all’intero ciclo di vita di un iPhone 15.
Una sorpresa che deve essere attenzionata

«Non ci aspettavamo un risultato così elevato -commenta Saverio Lapini, CEO di Ollum– tra tutti i prodotti che abbiamo analizzato con metodologia LCA, questo è stato senza dubbio il più impattante. Ci ha colto davvero di sorpresa e ci conferma quanto sia importante portare attenzione nel settore farmaceutico riguardo al dibattito sulla sostenibilità.
Quanti sono 1300 kg di CO₂?
Rendere tangibili 1300 kg di CO₂ equivalente non è semplice. Per dare un’idea visiva, si tratta del peso medio di un rinoceronte bianco adulto. Ma l’impatto non è solo questione di massa. Per comprendere il peso reale di questo dato, basti pensare che un chilogrammo di antibiotico può generare emissioni paragonabili a un volo intercontinentale di andata e ritorno tra Roma e New York, con un’ulteriore tratta verso Londra. È lo stesso quantitativo di CO₂ che si otterrebbe percorrendo 10.000 chilometri con un’auto a benzina, o ancora equivalente al consumo elettrico medio di una famiglia italiana per circa un anno e mezzo.
Tra greenwashing e vuoti normativi
Nonostante l’impronta ambientale significativa, il settore farmaceutico non è attualmente soggetto a normative ambientali vincolanti. Nel 2019 la Commissione Europea ha pubblicato la Strategic Approach to Pharmaceuticals in the Environment, individuando sei aree di intervento volontarie. Un anno dopo, il Parlamento Europeo ha chiesto l’inclusione di farmaci tra le sostanze prioritarie della Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE). Tuttavia, questi intenti non si sono ancora trasformati in obblighi concreti, lasciando spazio all’autoregolazione delle aziende.
Più responsabilità ambientale
«Misurare è il primo passo per ridurre l’impatto -commenta Saverio Lapini, CEO di Ollum- ma è necessario andare oltre: ottimizzare i processi produttivi, innovare le tecnologie e promuovere la responsabilità ambientale sono sfide imprescindibili per il futuro della farmaceutica».
Il futuro: misurare, innovare, trasformare
Nel contesto di una transizione ecologica ormai urgente, strumenti come l’LCA stanno diventando sempre più strategici per le imprese che vogliono anticipare futuri obblighi normativi e dimostrare un impegno concreto verso la sostenibilità. Ma non si tratta solo di responsabilità etica. Considerando l’alto impatto ambientale del settore, muoversi verso pratiche produttive più sostenibili è anche una scelta di competitività. Quando i consumatori – sempre più attenti all’impronta ambientale dei prodotti – prenderanno consapevolezza dell’enorme impatto dei farmaci, cercheranno attivamente alternative più sostenibili, premiando le aziende che avranno saputo agire per tempo.
Chi è Ollum
Ollum Srl è una società di consulenza specializzata in sostenibilità d’impresa che accompagna le aziende in un percorso completo verso la riduzione degli impatti ambientali. Partendo dalla misurazione, come il calcolo della carbon footprint, si procede poi con la riduzione delle emissioni attraverso strategie di decarbonizzazione. A supporto, offrono servizi di rendicontazione, come bilanci di sostenibilità e allineamenti alle normative, e certificazioni ambientali. Le aziende possono scegliere di intraprendere tutto il percorso o optare per interventi mirati e personalizzati, in base alle loro esigenze.
Sostenere le imprese
Ollum le sostiene nella transizione verso un modello di economia circolare, aiutandole a chiudere il ciclo dei materiali e delle risorse. Con i progetti “close the loop”, affiancano le aziende nell’implementazione di strategie di riciclo e riutilizzo, valorizzazione degli scarti e innovazione di processo per minimizzare gli sprechi. L‘obiettivo di Ollum è promuovere soluzioni che non solo riducono l’impatto ambientale, ma che generano anche valore economico attraverso la sostenibilità.