In un’Italia dove la fragilità e la malattia cronica richiedono nuovi modelli di prossimità e relazione, Luisa Bruzzolo – direttrice generale di LILT Milano Monza Brianza – è tra le voci più autorevoli e appassionate nel raccontare come si costruisce una comunità della cura. E il Festival del Fundraising, che anche quest’anno animerà Riccione dal 9 all’11 giugno con oltre 4.500 partecipanti, rappresenta per lei «una iniezione di energia e idee per fare innovazione con coraggio e visione».
Lucia Bruzzolo fundraiser dell’anno 2023

Sotto la sua guida, LILT Milano gestisce ogni anno un bilancio di oltre 17 milioni di euro quasi interamente di origine privata, sostenuto da 35.000 donatori, aziende, fondazioni e un imponente apparato di oltre 660 volontari attivi. «Sono loro la nostra prima cura. Non solo sanitaria, ma soprattutto relazionale: portano ascolto, empatia, presenza – racconta Bruzzolo che nel 2023 ha ricevuto al Festival il premio come fundraiser dell’anno -. Chi lavora accanto a un paziente oncologico ha bisogno di formazione e di sostegno psicologico. E per questo abbiamo attivato percorsi formativi severi e continui, con selezione, supervisione e supporto».
Nasce la prima scuola per caregiver familiari in Italia
Tra i progetti nati dalla sua visione c’è anche la Scuola per Caregiver familiari, una risposta concreta e innovativa nata da un’esperienza personale: «Ho superato un tumore al seno, ma quando mio fratello si è ammalato di cancro al pancreas mi sono sentita impotente, inadeguata nel rapporto con lui. Da quel dolore è nata l’idea: aiutare chi assiste un familiare malato a farlo con strumenti, competenze e supporto psicologico». I corsi sono online, gratuiti, con formatori d’eccellenza e toccano aspetti pratici, emotivi e spirituali. Un modello ora esteso anche ai caregiver pediatrici.
Un progetto Europeo per pazienti oncologici over 70
LILT Milano è anche partner italiano di EU-Navigate, un progetto europeo rivolto ai pazienti oncologici over 70 in condizioni di solitudine. «Insieme all’Istituto dei Tumori, stiamo valutando l’efficacia di nuovi modelli di assistenza personalizzata e domiciliare – spiega Bruzzolo – con l’obiettivo di integrare questi percorsi nei sistemi sanitari di tutta Europa».
Perché il Festival del fundraising è un appuntamento imperdibile
Nulla di tutto questo sarebbe possibile senza una solida cultura del fundraising. «Il Festival è il luogo dove ci si confronta, si impara, si sogna insieme. Io sono fundraiser da sempre, e anche se oggi guido una grande organizzazione, sento il dovere di tenere viva questa cultura dentro ogni nostra attività», sottolinea Luisa. Il fundraising, per Bruzzolo, è più di una tecnica: è una responsabilità collettiva, è ciò che rende possibile un impatto sociale autentico. «I nostri valori – conclude – sono la cura, l’inclusione, l’innovazione, l’impatto e la cultura. E quest’anno, con il focus del Festival sull’intelligenza generativa, siamo felici di riconoscere nell’innovazione il cuore pulsante di ciò che facciamo ogni giorno: curare anche quando non si può guarire, generando presenza, relazione e dignità».