domenica, Febbraio 9, 2025
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AIL: con la veloterapia si combatte il tumore

Il progetto Sognando Itaca 2.0 di Ail offre con la navigazione un metodo terapeutico per la riabilitazione psicologica e il miglioramento della qualità della vita di chi ha un tumore del sangue

Ogni anno sono circa 32 mila gli italiani che si ammalano di tumore del sangue. Se i dati dell’OMS dicono che colpisce in prevalenza persone over 65, è altrettanto vero che negli ultimi anni sono sempre più numerosi i giovani che devono fare i conti con forme aggressive di neoplasie ematologiche. Un crescendo che richiede una rete di servizi  per aiutare i pazienti nelle cure, nel supporto  psicologico e nella definizione di corretti stili di vita. Il ruolo di AIL (associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma) in questo è determinante.

AIL e il progetto Itaca per aiutare i pazienti con tumore del sangue

Nato nel 2006 sul lago di Garda grazie all’intuizione di un giovane paziente amante della vela, il progetto  Itaca, nel 2009 ha raggiunto il mare aperto. L’iniziativa richiama nel viaggio dei pazienti  oncoematologici, Ulisse di Omero, capace di affrontare un mare sconosciuto e pieno di insidie, ma ricco di nuove relazioni, solidarietà, vicinanze e risorse . Proprio come Ulisse, dunque, i pazienti affrontano il viaggio della malattia in barca a vela come una sfida da vincere. Dopo la pandemia da Covid, nel 2023 AIL è ripartita con il progetto Itaca 2.0 arricchito con una maggiore convinzione che la guarigione del malato dipenda da fattori psicologici, ambientali e familiari.

Il  progetto di sport e benessere psicofisico per i pazienti con tumore

La navigazione con skipper professionisti, medici, pazienti in fase riabilitativa, infermieri e psicologi è diventato ancor più un metodo terapeutico volto alla riabilitazione psicologica e al miglioramento della qualità della vita dei malati ematologici.  Per questo motivo il progetto Sognando Itaca ha focalizzato l’attenzione sull’attività di riabilitazione psico sociale in senso più ampio. Oltre alla veloterapia sono state inserite attività di arte terapia, pet terapy e yoga. «La vela terapia suscita nei pazienti emozioni straordinarie che portano nel cuore per tutta la vita, è un momento di crescita culturale ed emotiva – sottolinea Giuseppe Navoni, Vice Presidente Nazionale AIL, Presidente AIL Brescia e Coordinatore Sognando Itaca – I pazienti in barca vengono messi al timone prendendo il comando dell’imbarcazione, si invertono così i consueti ruoli con il personale sanitario, il paziente metaforicamente prende in mano il timone anche della propria vita. Il nostro desiderio è che il percorso di riabilitazione a contatto con la natura prosegua anche dopo la fine dell’iniziativa Sognando Itaca».

Gli obiettivi di Sognando Itaca 2.0 di AIL

Diversi sono dunque gli obiettivi che AIL insegue con il progetto Sognando  Itaca 2.0

  • Contribuire al miglioramento della qualità della vita dei pazienti oncoematologici
  • Incoraggiare le sezioni Ail a svolgere attività di riabilitazione psicosociale integrate
  • Favorire la cultura dell’ambiente, del rispetto degli altri e di se stessi
  • Promuovere attività outdoor di contatto con la natura come metodo di riabilitazione psicologica
  • Promuovere stile di vita sani con corretta alimentazione e regolare attività fisica

«Il percorso riabilitativo deve durare tutto l’anno, non deve essere solo episodico – riprende il Presidente AIL -. Il mare come la natura, l’arte e l’attività fisica aiuta a ritrovare il contatto con la vita. Il paziente con tumore del sangue è fragile ma anche il mare lo è diventato, le plastiche stanno danneggiando in maniera irreparabile i nostri mari e la nostra salute, i temi Ambiente e Salute sono ormai strettamente correlati. Per AIL, che tutela la salute e la cura dei malati, è un obbligo morale dare un richiamo di educazione ambientale ed alimentare, rendere consapevoli soprattutto i giovani, perché ognuno di noi può fare qualcosa per non arrecare ulteriori danni all’ambiente che ci circonda».

AIL vicino al paziente ogni giorno

Ail dal 1969 è presente nel panorama nazionale con diversi servizi:

  • Le case alloggio AIL: vicine ai maggiori centri di ematologia ospitano i pazienti non residenti durante i lunghi periodi di cura, assistiti dai propri famigliari. Sono 38 le sezioni provinciali che offrono il servizio. 128 gli appartamenti e 5 residenze per un totale di 670 posti letto.
  • La ricerca scientifica, tramite le sezioni territoriali erogano borse di studio e finanziano progetti di alto valore scientifico.
  • La fondazione il GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto) che oggi conta sull’adesione di oltre 150 Centri di Ematologia presenti su tutto il territorio nazionale
  • Le cure domiciliari per aiutare i pazienti a lottare contro la malattia nella propria abitazione con il sostegno di parenti e amici
  • Il servizio di consulenza “sportello sociale AIL” per aiutare i pazienti con tumore del sangue e i loro famigliari quando esistono situazioni di grave difficoltà  economica fornendo informazioni su temi di diritti e agevolazioni assistenziali.
  • Servizi di ascolto e supporto per pazienti e familiari attivo al numero verde Ail 800 226 524 per avere informazioni su patologie, terapie e per parlare con un ematologo o uno psico-oncologo. Fino ad oggi sono 992 le consulenze telefoniche gratuite fatte a pazienti e familiari.
  • La scuola e le sale gioco in ospedale per garantire ai bambini e ai ragazzi di non perdere il contatto con la quotidianità, di continuare gli studi e di non trascurare l’importanza del gioco e della socialità.
  • Ambulatori di day hospital e apparecchiature all’avanguardia
  • Formazione e aggiornamento di medici, biologi, infermieri e tecnici di laboratorio attraverso prestazioni professionali e contratti di lavoro.
  • Promozione di seminari pazienti-medici per garantire un confronto tra pazienti e specialisti del settore e informazioni sempre aggiornate sulle patologie. Oltre 2500 iscritti in 12 seminari. Il calendario è consultabile su www.pazienti.ail.it
Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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