martedì, Maggio 20, 2025
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Acufeni: una sfida difficile, ma non più invincibile grazie alla ricerca

Gli acufeni colpiscono dal 20 al 30% della popolazione italiana e oltre 700 milioni di persone al mondo. Laserterapia, test del DNA e intelligenza artificiale sono le nuove frontiere nella diagnosi e nel trattamento di questo disturbo. Ne abbiamo parlato con il dottor Pasquale Davide Longo, specialista clinico in Implantologia Protesica Uditiva e nella cura degli acufeni

Dottor Pasquale Davide Longo
Dottor Pasquale Davide Longo, Specialista Clinico in Implantologia Protesica Uditiva
Specialista nella cura degli acufeni

Fruscii, sibili, ronzii, pulsazioni: suoni fantasma che risuonano nella testa o nelle orecchie senza alcuna fonte esterna sono l’espressione degli acufeni, una condizione che può diventare profondamente invalidante e che affligge oggi oltre il 20-30%  della popolazione italiana, per un totale globale che supera i 700 milioni di individui nel mondo. Se fino a qualche anno fa il silenzio, per chi soffriva di acufeni, era un lusso spesso inaccessibile, oggi grazie alla ricerca ci sono molte novità.

Ne abbiamo parlato con uno dei massimi esperti in materia: il dottor Pasquale Davide Longo, Specialista Clinico in Implantologia Protesica Uditiva e nella cura degli acufeni presso l’Unità di Ricerca Clinica Fondazione Integria e presso il Centro Businco Eccellenza in Audiologia e Otorinolaringoiatria di Roma.

Dottor Longo quando si parla di acufeni a cosa si fa riferimento?

«L’acufene è una condizione clinica molto invalidante che si manifesta con la percezione di un suono nelle orecchie o nella testa. Solitamente chi ne soffre riferisce la percezione di suoni-rumori molto fastidiosi simili a fruscii, ronzii, sibili, pulsazioni sincrone con il battito del cuore, o rumori non ben definiti con la caratteristica che possono variare d’intensità e frequenza durante il giorno o durante specifiche attività fisiche».

Qual è l’origine di questo fastidioso disagio?

«Le origini possono essere diverse. La sintomatologia è da ricercare nelle malattie dell’orecchio o dell’apparato uditivo, ma possono essere anche la conseguenza indiretta di disturbi neurologici, di patologie vascolari, del metabolismo, o di alterazioni di distretti anatomici in prossimità dell’orecchio come l’ATM (articolazione temporomandibolare), dando origine a una sintomatologia molto eterogenea da individuo a individuo».

Chi sono i soggetti più colpiti?

«L’acufene colpisce maschi e femmine senza distinzione di sesso e di età con elevata frequenza, tanto da costituire uno dei disturbi più comuni nella popolazione italiana».

Come si trattano gli acufeni?

«Nel trattamento degli acufeni risulta fondamentale la visita specialistica coadiuvata da una serie di esami utili a rilevare la genesi degli acufeni. Rispetto a qualche anno fa, quando in modo erroneo, venivano etichettati come incurabili invitando i pazienti a conviverci senza proporre nessuna terapia, oggi  abbiamo diverse possibilità terapeutiche innovative con la possibilità di modularle in base alle condizioni cliniche dei singoli pazienti».

Si utilizzano farmaci o ci sono altre soluzioni?

«La terapia prevede l’utilizzo di farmaci ad azione sul microcircolo dell’orecchio interno. Inoltre ci sono specifici integratori che contrastano l’azione dei radicali liberi che provocano infiammazione e innescano processi degenerativi cronici alle cellule dell’orecchio interno e al nervo acustico. In associazione con la terapia farmacologica è fondamentale l’associazione con delle terapie innovative che stanno dando ottimi risultati come la laserterapia ad alta intensità, la risonanza quantica molecolare, e la neuromodulazione. Si tratta di terapie sicure ed indolori per i pazienti».

Dalla ricerca ci sono novità per la cura degli acufeni?

«Negli ultimi anni, grazie alla ricerca, abbiamo a disposizione molte più conoscenze sulla fisiopatologia di questo disturbo, così come una serie di esami diagnostici specifici tra cui un innovativo test sul DNA che si esegue con un semplice tampone orale e in grado di evidenziare eventuali anomalie dell’orecchio. Così come una serie di trattamenti che combinano contemporaneamente 2 o 3 trattamenti in maniera simultanea(bimodali e tri modali) con risultati che  ci lasciano ben sperare e ci consentono di avere un atteggiamento più costruttivo rispetto al passato».

La tecnologia come l’intelligenza artificiale viene in aiuto a chi soffre di questo disturbo?

«L’intelligenza artificiale sta trasformando il settore medico, offrendo soluzioni innovative per migliorare la diagnosi, il trattamento e la gestione dei pazienti. Nel caso degli acufeni l’AI sta rivoluzionando il trattamento di questo fastidioso sintomo, grazie alla possibilità di trattamenti personalizzati domiciliari, offrendo soluzioni anche a chi è impossibilitato agli spostamenti o ai trattamenti ambulatoriali».

 

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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